Integrare Pilates e Ciclismo? WTF

Pilates, ciclismo allenamento e coordinamento celoeltite

Si l’associazione è strana lo so, però in realtà la disciplina del Pilates se inserita nel periodo invernale può essere un valido supporto alle discipline di endurance.

Il gesto atletico, che sia ciclismo , nuoto o corsa richiede sia forza che stabilità ed il pilates lavora molto su questi aspetti.

Non lasciamoci ingannare dalla velocità dei movimenti infatti la muscolatura è sottoposta ad contrazioni prolungate e distribuite tra muscoli agostini, antagonisti e stabilizzatori.

Anzi il Pilates può essere un ottimo strumento per aiutare i ciclisti a migliorare la forza e la flessibilità.

Ci sono molti esercizi di Pilates che possono essere incorporati nella preparazione dei ciclisti. Ecco alcuni esempi di esercizi di Pilates che possono essere incorporati nella preparazione del ciclista:

1. Plank: Questo è un ottimo esercizio per rafforzare i muscoli addominali e lombari.

2. Gli Addominali con le Gambe in Estensione: Questo esercizio mira a rafforzare i muscoli lombari e farà lavorare anche gli addominali.

3. Glutei a Terra con Gamba Estesa: Questo esercizio mira a rafforzare i glutei e i muscoli della coscia.

4. Glutei al Muro: Questo è un esercizio di stretching che aiuta a rilassare i muscoli della coscia e dei glutei.

5. Rotazione Toracica: Questo esercizio mira a rafforzare i muscoli del torace, delle spalle e della schiena.

6. Estensione delle Gambe: Questo esercizio mira a rafforzare i muscoli della parte posteriore della coscia.

7. Estensione della Gamba Laterale: Questo esercizio mira a rafforzare i muscoli laterali della coscia.

8. Estensione delle Gambe con Rotatione: Questo esercizio mira a rafforzare i muscoli della coscia e a migliorare la rotazione del tronco.

9. Bridge: Questo esercizio mira a rafforzare i glutei e i muscoli della schiena.

10. Rotazioni della Gamba: Questo esercizio mira a rafforzare i muscoli della coscia e della schiena.

Si ma quando?

Gli esercizi di Pilates possono essere incorporati nella routine quotidiana o introdotti come sessione a sé stante. Per massimizzare i benefici, si consiglia di fare gli esercizi di Pilates due volte a settimana, con almeno 48 ore tra le sessioni per consentire al corpo il tempo necessario per riposare e recuperare. È importante ricordarsi che questa attività non deve sostituire l’allenamento principale del ciclista, ma piuttosto aggiungere altri elementi alla preparazione generale.

Buone #giornateignoranti

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L’ ALLENAMENTO DELLA FORZA PER LA MOUNTAIN BIKE E LA BICI DA CORSA 

Che tu sia un mountain biker esperto o appena agli inizi, l’allenamento della forza dovrebbe essere parte integrante della routine settimanale di allenamento. L’aggiunta di sessioni in palestra potrebbe non solo aiutarti ad incrementare la potenza, ma anche migliorare le skills tecniche e di guida.

L’ ALLENAMENTO DELLA FORZA PER LA MOUNTAIN BIKE E LA BICI DA CORSA 

Quando si mette insieme l’allenamento sui pedali e quello della forza in palestra è fondamentale periodizzare in modo non molto dissimile da quello che faremmo per la parte sulla bici.

Quando inizi l’allenamento della forza per la MTB, è importante passare attraverso una fase di transizione per consentire al corpo di adattarsi al sollevamento pesi e ad altri esercizi

Adattamento anatomico – 3 settimane

Durante la fase di adattamento il focus deve essere preparare i vari distretti muscolari ed i tendini allo stress dell’allenamento con i pesi.
Durante questo periodo potremmo iniziare con 2 sessioni, uno per la parte bassa ed uno per la parte alta con 3-5 set da 20-30 ripetizioni di ogni esercizio con un carico di circa il 40-60% 1RM (1 ripetuta massimale).

Il recupero? In questo caso va bene anche un recupero breve da 1-2 minuti di recupero aumentandolo se non dovessimo riuscire a terminare tutte le ripetute fra un set è quello successivo.

Transizione – 4 settimane

Nel periodo di transizione si aumentano i carichi gradualmente arrivando a fare anche 3 sessioni settimanali aggiungendone una dedicata al core ed alla pliometria. Durante questo periodo nell’allenamento andremo a fare 10 -15 ripetute su 2 o 3 set di ogni esercizio con 2-3 minuti di recupero.

Durante questa fase dovremmo riuscire a vedere i primi miglioramenti di forza e resistenza.

Resistenza muscolare – 4 settimane

Qui andremo a lavorare per migliorare la resistenza alla fatica, cruciale nella MTB. Qui il carico utilizzato dovrebbe essere circa il 40-50% del peso corporeo distribuito su 2 serie da 40-60 ripetizioni veloci con recupero da 2 minuti.

Per rendere la sessione più divertente possiamo inserire gli esercizi in un circuito mischiando parte superiore e parte inferiore e riducendo a 30” il recupero fra una stazione e quella successiva e 5’ fra un round è quello successivo.

Resistenza alla potenza – 4 settimane

La fase di resistenza alla potenza consente di sviluppare la potenza specifica per lo sport combinando velocità e la forza. Il carico dovrebbe essere circa l’ 80-85% del massimale per circa 10-12 ripetizioni su 2-3 set. Il recupero è fondamentale perché il gesto deve sempre rimanere corretto e quindi possiamo arrivare anche a 3 minuti.

Forza massimale – 3 settimane

Questa è una delle fasi più critiche per il miglioramento della prestazione. Qui si fa sul serio e quindi massimo focus nella cinematica dei movimenti, concentratevi sul carico e curate il gesto atletico.

Carico intorno al 90-95% per 2 o 3 set. Ogni set dovrebbe contenere un massimo di 3-6 ripetizioni con un tempo di recupero di 3-4 minuti.

Tokyo , Japan – 27 July 2021; Flora Duffy of Bermuda celebrates after winning the Women’s Triathlon at the Odaiba Marine Park during the 2020 Tokyo Summer Olympic Games in Tokyo, Japan. (Photo By Stephen McCarthy/Sportsfile via Getty Images)

Mantenimento – Fino a fine stagione.

Da questo momento il lavoro predominante sarà svolto prevalentemente in bici, ma lasciando anche 1 solo allenamento in palestra dovremmo abbassare il carico intorno al 60-70% 1RM con 3 serie da 20-30 ripetizioni e recupero 30-60 secondi.

In ogni allenamento mi raccomando di inserire un buon riscaldamento e defaticamento con attività aerobiche e stretching.

Core – Esercizi ever green.

Ho volutamente tenuto questo argomento separato perché forse è la parte fondamentale di tutta la preparazione: avere un core forte e tonico è la base di ogni sportivo. Dico sportivo perché dalla bici al nuoto ed alla corsa avere un core forte è la base per poter praticare attività fisica in sicurezza ed al massimo rendimento.

Carico libero per 2 o 3 set partendo da 10/15 e poi aumentando di settimana in settimana.

Qui di seguito alcuni esercizi che mi piace far fare ai miei atleti

Buone #giornateignoranti

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I migliori esercizi di tecnica nel nuoto (parte 2) 

swim drill nuoto tecnica allenamento

Tutti gli esercizi di tecnica aiutano a migliorare, ma per chi fa triathlon il tempo è sempre poco e quindi è necessario scegliere quelli che ci aiutano a dividere la bracciata in singole fasi rendendo più facile quindi l’apprendimento.

Andiamo a vedere alcuni di quelli che considero i migliori, usando video e descrizioni subacquee. Nel tempo gli esercizi di tecnica hanno ricoperto sia una parte fondamentale dell’allenamento sia essere relegati ad una frazione del riscaldamento. Certo per chi ha poco tempo il focus è il kilometraggio a mio avviso, ma nel periodo lontano dalle gare lavorare sulla tecnica può rappresentare una opportunità da non farsi scappare.

Doggie

Cos’è? Nuotare a stile libero, ma con il movimento delle braccia interamente sott’acqua.

Esercizio molto utile all’acquaticità che si focalizza sulla parte finale del movimento di spinta in acqua.

Si parte con entrambe le braccia estese, mantenendo la posizione e la rotazione stabile grazie a gambate leggere, dopo la fase iniziale di spinta con gomito alto fate attenzione a muovere l’acqua fino alla fine per poi riportare il braccio in avanti passando la mano sotto al busto ed evitando di fare opposizione al moto.

Braccio singolo

Cos’è? Nuotata a stile libero con un braccio tenuto saldamente sul lato del corpo.

Esercizio utile a focalizzarsi sul ritmo, sulla rotazione della spalla e sulla propulsione.

La chiave dell’esercizio e nel cercare di sfruttare la rotazione del corpo lungo il lato “fermo” enfatizzando il movimento di spinta della spalla bloccata attraverso l’acqua e minimizzare la sezione del corpo in fase di recupero del braccio attivo.

Come quelli dell’articolo precedente anche questi se pur sembrino semplici, non lo sono affatto. Anche in questo caso la propriocezione è la sensibilità in acqua saranno messe a dura prova in quanto porteremo il corpo ad eseguire solo una parte dello schema motorio appreso in precedenza.

Ora non vi resta che provare e se avete indicazioni su esercizi che trovate particolarmente interessanti fatemi sapere che non è mai tardi per imparare cose nuove.

Buone #giornateignoranti

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I migliori esercizi di tecnica nel nuoto (parte 1)

swim drill tecnica nuoto allenamento

Tutti gli esercizi di tecnica aiutano a migliorare, ma per chi fa triathlon il tempo è sempre poco e quindi è necessario scegliere quelli che

ci aiutano a dividere la bracciata in singole fasi rendendo più facile quindi l’apprendimento.

Andiamo a vedere alcuni di quelli che considero i migliori, usando video

e descrizioni subacquee. Nel tempo gli esercizi di tecnica hanno ricoperto sia una parte fondamentale dell’allenamento sia essere relegati ad una frazione del riscaldamento. Certo per chi ha poco tempo il focus è il kilometraggio a mio avviso, ma nel periodo lontano dalle gare lavorare sulla tecnica può rappresentare una opportunità da non farsi scappare.

Gli esercizi che uso mi sono stati insegnati dal mio vecchio allenatore di nuoto, che se pur “rude” era molto efficace e cercava nel gesto la massima scioltezza. Cercava di mantenere alta la concentrazione poiché era vitale fare gli esercizi correttamente altrimenti sarebbe stato solo una perdita di tempo. Ci diceva che la tecnica era un esercizio di apprendimento e non fisico e che non avremmo vinto nulla se fossimo arrivati prima a fondo.

#lentezza negli esercizi di tecnica

La cosa più difficile nel nuoto è tradurre l’immagine che abbiamo in testa, in gesto in acqua. Per la tecnica potreste avere in mente come eseguirlo, ma farlo correttamente potrebbe non essere poi così scontato. All’inizio portati un pull ed il boccaglio frontale, questi ti aiuteranno a focalizzarti solo sul movimento senza la preoccupazione di bere o affondare. Quindi una volta che sarai soddisfatto dell’esecuzione allora potrai procedere ad inserire la respirazione ed il galleggiamento.

Padroneggiare lo stile libero non è mai facile, a meno che non si abbia una genetica particolarmente predisposta, ma scomponendo la bracciata in più parti la fase di apprendimento potrebbe risultare molto più veloce rispetto ad un apprendimento a suon di km. Diciamo che un passaggio fondamentale per massimizzare i nostri sforzi prevede l’integrazione di volume e tecnica.

#Ricordiamoci sempre che alcuni dei nuotatori più veloci hanno bracciate imperfette!!!

Se andate su YouTube Ci sono molti tipi di drill tecnico e anche se potreste trovare la scritta “allenamento magico” o “l’allenamento segreto di …..” non esiste nessuna formula magica che vi farà migliorare in poco tempo. Quindi piuttosto che fare 1000 esercizi diversi io preferisco concentrarmi su una piccola serie da ripetere nel tempo.

La mia routine tecnica:

Nuoto a pugni chiusi ( variante ad 1!2!3 dita)

Cos’è? Nuoto a stile libero, ma con i pugni chiusi.

Questo esercizio ci insegna a usare la parte inferiore degli avambracci per la propulsione. Se durante la nuotata senti che le braccia non ti aiutano nella propulsione, questo potrebbe essere l’esercizio che fa per te.

Mentre spingiamo con il braccio attraverso l’acqua, concentratiamoci sulla posizione del gomito che deve essere alta, in modo che la parte inferiore dell’avambraccio catturi l’acqua come farebbe un remo. Inizialmente vi potrebbe sembrare come se non ci muovessimo, ma l’ordine è perseverare…..

Front scull

Cos’è? Propulsione con avambraccio fermo, l’esercizio consiste nel cercare di imprimere la spinta tramite le mani creando una figura ad otto tenendo le braccia tese in avanti.

Questo esercizio ci insegna come angolare le mani e le braccia, al fine di afferrare efficacemente l’acqua durante la prima fase della bracciata.

Tecnica: metti le mani di fronte a tè con le braccia totalmente estese. Piega i polsi, punta le dita e i palmi verso il basso e usa le mani per la propulsione in avanti guidandole avanti e indietro con un piccolo movimento laterale. Usare le gambe delicatamente, per un’ulteriore propulsione.

Questo esercizio isola la prima parte della bracciata nel momento di ingresso della mano in acqua. Inoltre aiuta a capire come posizionare la mano per “prendere” l’acqua e quindi imprimere più spinta possibile già dal primo momento della bracciata.

Mid scull

Cos’è? Propulsione con avambraccio fermo, l’esercizio consiste nel cercare di imprimere la spinta tramite le mani creando una figura ad otto tenendo le braccia, in questo caso, con il gomito piegato.

Esercizio molto utile ad insegnare la posizione corretta del gomito durante la fase di “tiro” aumentando di conseguenza la propulsione.

Il mid scull isola la fase di catch e di pull della bracciata stile libero. Durante questa fase stiamo afferrando l’acqua prima di spingerla all’indietro e l’enfasi è sulla posizione del gomito alta, con le dita ed i palmi delle mani rivolti verso il basso.

Iniziamo da questi, che se pur sembrino semplici, non lo sono affatto. La propriocezione è la sensibilità in acqua saranno messe a dura prova in quanto porteremo il corpo ad eseguire solo una parte dello schema motorio appreso in precedenza, ogni movimento farà in modo che il nostro centro neurale acquisisca, elabori ed infine inserisca la nuove informazioni in un nuovo schema motorio più efficace ed efficiente.

Buone #giornateignoranti

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Strade Bianche 2021

gara ciclismo strade bianche 2021 report race racconto bici sterrato

Race report:

Giornata sfortunata, ma nello sport ci sta anche questo e bisogna accettarlo….. Primi due settori di sterrato percorsi con il gruppo compatto, ma va da se che ci fosse tanto traffico e di conseguenza in alcuni tratti ero costretto a rallentare moltissimo.

Fin qui nulla di strano, ma poi è iniziata l’avventura. Prima ho avuto un problema meccanico al cambio, praticamente faceva rumore e non entravano bene i rapporti posteriori per poi tornare inspiegabilmente tutto alla normalità, poi ho perso la borraccia (quella da 500 cl. dove c’erano le maltodestrine) e quindi sosta veloce giusto il tempo di prendere una bottiglia d’acqua al ristoro! Ora diciamo che in gara queste cose capitano e non c’è da stupirsi però la sfiga ci vede bene e per concludere ai – 50 km, avevo percorso giusto giusto 88,5 km, caduta in discesa su una curva a sx…. Praticamente la ruota anteriore mi era partita e mi sono ritrovato sull’asfalto.

Appena rialzato ho capito che tutto sommato stavo bene e anche la bici non aveva grossi danni.

Nel frattempo si è fermato un automobilista, che aveva visto la scena, per sincerarsi delle condizioni e parafando mi ha confermato che la ruota si era chiusa, probabilmente scivolando sulla striscia bianca per la presenza di sabbia e polvere.

Rimessa la catena, ho cercato di riallineare il manubrio ma senza successo. L’automobilista, vista la situazione ed il mio umore, ormai ai minimi, mi dice “risali sulla bici e vai a chiudere questa gara”. L’ho ringraziato ed ho risposto “ beh oggi è epica”.

Manubrio storto, leve storte, sangue misto a polvere ma sono ripartito ed ho concluso…tutto sommato con un tempo decente. Si poteva fare molto meglio però già tornare a casa con tutte le ossa al loro posto è un successo!

gara ciclismo strade bianche 2021 report race racconto bici sterrato

Le strade bianche è una gara molto particolare, unica nel suo genere e la volevo assolutamente provare poiché un “must” ma sicuramente non è stata la mia preferita….. vorrei pur vedere!!! Correndola mi sono reso conto che non è proprio adattissima alle mie caratteristiche, più da scalatore, anche se gli ultimi muri, sia sterrati che in asfalto, hanno delle pendenze durissime che a me piacciono.

Altro punto che mi ha lasciato un pò di amaro in bocca è che i tempi non siano rilevati in “real time” Peccato! Infatti in questo modo chi come me parte dietro è troppo penalizzato passa troppo tempo tra lo start ufficiale e l’apertura della griglia cui ero posizionato.

Altra cosa da sottolineare per l’anno prossimo è che l’efficienza dei freni era molto ridotta causa della polvere, le strade bianche erano messe veramente male anche rispetto agli anni precedenti forse a causa della presenza dei Pro il giorno precedente alla gara nelle edizioni passate e l’organizzatore aveva sistemato un pò il terreno di gara.

Nei vari settori di sterrato, soprattutto nei tratti in discesa sono andato molto adagio, in pianura mi sono difeso, in salita difficilmente mi hanno passato.

Relativamente alla caduta è stato un peccato poiché ero con un gruppetto di 7 atleti, tutti grosso modo col mio passo e con i quali era stata impostata un’ottima andatura.

gara ciclismo strade bianche 2021 report race racconto bici sterrato

Una volta al traguardo mi sono reso conto delle escoriazioni alla spalla sx, anca sx, ginocchio sx, avambraccio e mani sx, avambraccio destro dove ero anche sporco di grasso…. Che botta!

Dolore comunque abbastanza sopportabile. Per quanto riguarda al bici, graffi e solchi ad entrambi i comandi, pedale sx leggermente consumato e sul telaio nella zona anteriore del canotto ed anteriore sx del tubo obliquo due piccole zone in cui è saltata la vernice. Nell’abbigliamento strappi al guanto sx e ai calzoncini nella zona sx, maglia strappata nella zona sx del colletto che indubbiamente si trovava risvoltata sulla spalla al momento dell’impatto, essendo la chiusura slacciata quasi per intero.

Tantissime le sollecitazioni, gara che richiede sempre il massimo della concentrazione e una forte sensibilità di guida. E’ la prima volta che assumo 3 gel, questo a significare che e’ stata molto dura con un intenso impiego anaerobico.

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Direzione 2022

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annual controllo
Review annuale stagione MTB

Eh già….. i mesi volano e senza rendermene conto è passato più di un anno dal mio ultimo post e un pò per gli impegni ed un pò per pigrizia ( poca intendiamoci ) non sono riuscito a scrivere nulla. Un po come se questo blog fosse un taccuino su cui scrivo i miei appunti e prove ed ho dovuto aspettare un pò di tempo per aggiungere materiale.

Ora partiamo dal presupposto che inizialmente pensavo esistessero allenamenti o routine magiche e che trovandole sarei potuto migliorare molto più velocemente, ma nel tempo ho capito che il processo di allenamento è un trial di prove ed errori. Cosa fare quindi?

Pianificare (…. spesso ad cazzum)

Fare (….. il che spesso è stato sbagliare)

Controllare (……..si!! gli errori fatti)

Agire (……modificare e ripartire)

Il 2021 comunque, seppur parzialmente bloccato dal covid, mi ha dato modo di studiare da preparatori molto più esperti di me e di ampliare un pò il modo di vedere lo sport di endurance e successivamente di sperimentare quanto appreso.

Per la stagione 2022 quindi nuova linfa al blog e nuovi articoli perché almeno, pur rimanendo scarso in gara, almeno potrò ritrovarmi con idee sempre più chiare.

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Rimediare al mal di schiena in bici

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Ancora me la ricordo la mia prima bici: una Pinarello Stelvio in acciaio di almeno due taglie più grandi!! Passate le prime difficoltà con gli attacchi rapidi e la posizione prona in avanti già dopo i primi giri mi si poteva vedere fermo a bordo strada cercando di allungare la schiena. Le notizie che circolavano in rete erano poco e frammentarie, ma con un pò di pazienza cominciai a capire che il telaio era troppo grande per me e la posizione troppo allungata poteva essere la causa scatenate del dolore.

Metto da parte i soldi per il secondo telaio: una Frw Hunter hill in carbonio. Ero veramente fiero del mio primo costosissimo acquisto da ciclista, ma le speranze di una posizione comoda, con cui macinare km su km, si infransero velocemente sulla seconda salita del primo giro domenicale. Il dolore lombare si ripresentò puntuale come un treno giapponese.

Il dolore andava e veniva e pur facendo uscite da 60km solo fermandomi riuscivo a farlo passare e non nego di aver pensato più volte di mollare tutto e ritornare a fare la mia bella carriera di lanciatore di coriandoli!! Ricordo ancora come alla fine di ogni salita volevo prendere quel maledetto telaio e segarlo a metà! Sono sicuro che molti di voi almeno una volta hanno pensato la stessa cosa vero?

In realtà il dolore lombare è uno dei fastidi più comuni tra i ciclisti amatoriali, e anche se ci piacerebbe vederci bassi sul manubrio come i professionisti al giro d’Italia (lo so che quando passate davanti una vetrina guardate il vostro riflesso compiacendovi della posizione) pochi riescono a mantenere posizioni così chiuse ed aggressive, soprattutto perché si va velocemente ad intaccare l’efficienza ed il comfort di pedalata.

Vediamo quali possono essere le cause del mal di schiena e come cercare di risolvere?

1: CONTROLLARE LA POSIZIONE IN BICI

Il dolore nella maggior parte dei casi è dovuto ad un posizionamento non corretto.  Mentre con un Biomeccanico il problema è facilmente risolvibile, qui di seguito cerco di darvi qualche indicazione per poter provare a risolvere da soli.

In generale dopo ogni modifica datevi tempo per vedere se quello che avete fatto sta avendo gli effetti desiderati oppure no e assolutamente non portatevi la chiave a brugola facendo mille microregolazioni durante l’uscita in bici.

  • Sella troppo alta: in questo caso l’eccessiva altezza potrebbe far saltare(Hip Tilting) il bacino in continuazione da destra a sinistra sulla sella portando velocemente a dolori lombari. Per verificare se questa potrebbe essere la causa basta mettersi sui rulli con uno specchio e vedere il movimento del bacino.
  • Sella troppo bassa: altro errore comune. In questo caso il dolore è causato da una eccessiva lordosi del tratto lombare e generalmente, quando si pedala bassi, il quadricipite femorale insieme ai muscoli del bacino se non estremamente flessibili non consentono più una pedalata fluida ed efficace con una riduzione contestuale dello spazio diaframmatico. Per spingere con forza e respirare il corpo cerca di adattarsi amplificando la curvatura lombare portando in tensione tutta la muscolatura posteriore.
  • Sella non corretta: in questo caso la sella non permette la corretta rotazione del bacino portando il ciclista ad allungarsi in modo innaturale per arrivare al manubrio. Questo è il caso più complicato poiché solamente dopo aver provato più selle si riesce a risolvere il problema. In questo caso l’unico modo per vedere quale sia la sella corretta è provare provare provare o affidarsi ad un professionista.

2: CADENZA BASSA

Una causa molto comune dell’irrigidimento lombare spesso è legata agli esercizi che si fanno in bici. Non è raro che cambiando routine di allenamento si possano ottenere ottimi risultati senza andare a sovraccaricare la schiena. Domandatevi: nel periodo in cui non faccio le SFR ho mal di schiena? La comparsa del dolore legata ad allenamenti troppi stressanti avviene perché  spingendo in modo improprio rapporti troppo duri andiamo a sovraccaricare la muscolatura compresa quella situata nella parte bassa della schiena.

SFR lombalgia dolore Mtb magazine veloelite

In questo caso usare una cadenza più alta potrebbe risolvere il problema. Una idea delle cadenze da tenere potrebbe essere

  1. 60-70rpm durante gli esercizi di forza (Z6/Z7).
  2. 80/90rpm negli esercizi a soglia (Z4/Z5).
  3. 90/100rpm per l’endurance (Z2/Z3) .

Questa frequenza di pedalata più alta inizialmente andrà a sovraccaricare il sistema cardiovascolare facendoci affaticare più velocemente, ma nel tempo e l’adattamento noterete come la muscolatura sarà più rilassata e con meno affaticamento residuo a fine uscita.

Inoltre potrebbe essere utile, fino a che il dolore non è completamente sparito, cambiare la posizione in sella alzandosi sui pedali con regolarità per impedire che i muscoli della zona lombare si irrigidiscano .

Se volete farvi una idea delle correlazioni fra potenza e cadenza qui trovate alcune mie valutazioni

3: CI VUOLE “CORE”

Spesso noi ciclisti pensiamo che per essere forti nel nostro sport servano buone gambe e buoni polmoni, ma la realtà è molto diversa ed infatti durante il movimento di pedalata, il core stabilizza il bacino e supporta la schiena, fornendo una base per le gambe contro cui spingere. Più forte sarà il nostro core, più veloce e più a lungo riusciremo a pedalare . Avendo un addome debole infatti la percentuale di utilizzo dei muscoli ausiliari sarà maggiore , portando ad un loro affaticamento precoce.  L’affaticamento precoce nel caso dei muscoli lombari porta al dolore e se il sovraccarico è importante alla lesione.

core addominali veloelite allenamento lombalgia dolore forza addominali

4: MOBILITA’

Alcune volte invece il mal di schiena si presenta dopo le uscite lunghe e viene sottovalutato con l’idea che sia normale. Certo se normalmente fate uscite da 60km e un giorno fate la pazzia di fare 130km allora potrebbe anche starci, ma se generalmente fate 100km e puntualmente al rientro avete quel leggero fastidio allora la causa potrebbe essere legata ad una mobilità limitata dei bicipiti femorali.

Quando i muscoli posteriori della coscia sono induriti, a causa della posizione tenuta per molte ore, possono tirare il bacino verso il basso provocando un’inclinazione pelvica, con conseguente aumento della flessione delle vertebre lombari.

Prendiamo l’abitudine di fare un pò di Foam roller allungando dolcemente i muscoli posteriori della coscia almeno una volta al giorno, soprattutto subito dopo l’allenamento in bici. Nel giro di poche settimane otterremo un allungamento ed una flessibilità migliore ed una maggiore resistenza in bici.

Anche in passato avevo affrontato il problema della lombalgia che potete trovare qui.

LAST BUT NOT LEAST

Ora non resta che provare ed avere un pò pazienza. Ci ho messo molto tempo e fidatevi che prima di iniziare a fare il Biomeccanico ci ho sbattuto la testa, ma ho capito che nello sport a meno che non siate atleti professionisti, ed in parte vale anche per loro, ci vuole tempo e costanza. Allenatevi, allenatevi, ma una frazione di ogni uscita dedicatela a conoscervi a vedere come reagite a quella posizione o a quell’allenamento,   ascoltate la respirazione e sentite la muscolatura e vedrete come nel giro di poco tempo sarete voi a guidare gli eventi e non viceversa!

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10,000m – 5 Workouts per testare il passo

10 km record test corsa running
Vi state allenando per una 10km e volete sapere in gara quale passo tenere? Diciamo che a meno che non vi alleniate con Stryd o un misuratore di potenza simile capire la giusta andatura non è mai facile soprattutto perché nessun 10000 è uguale.

Con il passare del tempo però ho trovato 5 allenamenti che inseriti nella programmazione possono essere sia ottimi riferimenti che allenamenti sfidanti e divertenti.

In generale poi i calcolatori che si trovano sparsi in rete li reputo poco precisi in quanto partendo da tempi errati si ottengono risultati errati . Il vecchio adagio che dice #trashin #trashout è sempre valido.

5 x 2km (in pista) con 2 minuti di recupero da fermo. Il passo medio  degli split dovrebbe essere il passo che potremmo tenere in gara.
Dopo un breve riscaldamento iniziate a correre le 5 ripetute al passo che pensate di poter tenere sui 10km se alla fine dell’allenamento la differenza fra I vari split è più di un 5% allora il passo impostato è sbagliato.
Diciamo che siete in grado di fare 8:00 per ogni ripetuta da 2km. Questo vorrebbe dire un passo medio di 4:00″/km e quindi una previsione realistica in gara di 40 minuti. Se invece alla 4a ripetuta già il tempo si alza ad 8:20 e l’ultima diventa 8:30 allora probabilmente il tempo sarà leggermente sovrastimato10 km record test corsa running

9 o 10 x 1000m (in pista) con 60 secondi di recupero da fermo. Il passo medio  degli split dovrebbe essere il passo che potremmo tenere in gara.
Esercizio ancora più facile e fondamentalmente simile al precedente. Praticamente andremmo a scomporre una gara da 10km in 10 ripetute a ritmo gara. Il giorno della gara poi sarà l’adrenalina, la folla e la competizione a fare da collante fra I vari splits. Spesso nella programmazione arrivo a questo esercizio con il tempo partendo da un 6×1000 e poi aggiungendo di settimana in settimana una ripetuta.
In questo caso il calcolo è facilissimo: se in allenamento riuscite a tenere 2:55/km probabilmente in gara dovreste riuscire a terminare in 29:10.

5km TT (percorso con altimetria simile alla gara) moltiplicando poi il tempo per 2,1.
In questo caso la formula è semplicissima, ma nel tempo ho avuto modo di testarla e valutarla molto positivamente. Questo test si basa sul fatto che per entrambe le distanze, 5km e 10km, il sistema energetico utilizzato è il medesimo e rendendo il test molto affidabile.
14:00 per fare 5km indica una previsione di 29:25 su una 10km.
15:00 per fare 5km indica una previsione di 31:30 su una 10km.
16:00 per fare 5km indica una previsione di 33:35 su una 10km.
17:00 per fare 5km indica una previsione di 35:40 su una 10km.
In generale il test diventa ancora più affidabile se effettuato su un percorso simile a quello della gara e se possibile in compagnia. Spesso su allenamenti così lunghi il fattore limitante non è la fatica, ma la componente mentale e riuscire a mantenere la concentrazione per un tempo così lungo in solitudine.

12 x 800m con 400m a RG+50. Il passo medio  degli split dovrebbe essere il passo che potremmo tenere in gara.
Lavoro molto diverso da quelli precedenti con un recupero molto più lungo, ma in movimento. In generale questo test si inserisce veramente bene nelle programmazioni di chi sta preparando una 10km in vista di distanze più lunghe. La cosa importante è che il recupero non sia troppo lento altrimenti il test tende decisamente a sovrastimare il passo gara. Per avere un riferimento il passo sui 400 dovrebbe essere circa 40 secondi più lenti del ritmo che vorremmo tenere in gara.
Diciamo quindi di riuscire a tenere mediamente  2:40 per ogni 800m con un recupero in circa 1:40. in base al test quindi dovreste essere in grado di fare 33:20 sui 10km.

10 km record test corsa running fartlek pista veloelite

2 x 3km, 2 x 2km, 2 x 1km con 1 minute di recupero fra le ripetute e 2 minuti fra i set. Idealmente i 3km ad un passo leggermente più lento del ritmo gara, i 2km al passo gara e le ripetute da 1 km ad un passo leggermente più veloce del ritmo gara.
Forse un allenamento più divertente e sfidante rispetto a quelli precedenti anche perché molto vario e con una parte finale in crescendo molto utile per costruire la resistenza necessaria per completare in crescendo una gara da 10km.
La cosa importante è NON PARTIRE FORTE: provate a fare I primi 3km ad un ritmo gara 5-10″/km più lenti per poi fare i 2km a RG e le ultime ripetute ad un RG-5/10″/Km. Alla fine il passo medio dei vari split dovrebbe darvi il passo gara che dovreste essere in grado di tenere. facciamo un esempio: avete idea di fare I 10Km in 35:00 con un passo quindi di 3:30/km.
Quindi verrebbe:
2x3km in 10:45 – 11:00
2x2km in 7:00 – 7:10
1x1km in 3:20 – 3:25

In ogni caso ricordate che i miglioramenti arrivano con il tempo ed il riposo (questo sconosciuto) e quindi se volete indicazioni più precise possibili dovreste inserire uno di questi test circa una settimana prima della gara a metà del tapering. Infatti, inserito troppo vicino alla settimana di picco ed avremmo risultati sottostimati, al contrario troppo vicino alla gara rischieremmo di fare meglio il test che la gara.

Sessioni fatte nei 9-15 giorni prima della gara non hanno reali benefici sulle prestazioni o sul fitness che avremo in gara. Quindi sessioni durissime o un aumento di km poco prima della gara non avranno gli effetti desiderati.

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Maratona di Roma 2019

Le metodologie Lean possono essere applicate all’allenamento? Non ci si pensa mai, ma un buon tecnico, o almeno come lo idealizzo io, è quello che cerca il miglioramento continuo sia dei suoi atleti sia di se stesso.

Deming plna do check act marathon allenamento preparazione maratona Roma veloelite

ciclo di Deming

               Il ciclo di Deming spiega bene questa metodologia.
1a Fase – Pianificazione – Plan
2a Fase – Attuazione – Do
3a Fase – Controllo – Check
4a Fase – Modifica – Act

Quindi se per migliorare l’atleta si allena, il tecnico analizza le gare degli atleti che segue e valuta quanto sia allineata la prestazione con ciò che era stato pianificato per poi modificare e pianificare nuovamente per i futuri obiettivi.

L’allenamento

Avevamo deciso di tornare a correre la Maratona di Roma dopo un cosistente periodo di stop dalle lunghe distanze, un ritiro pesante alla maratona di Verona e con circa 3 settimane in meno rispetto agli standard a causa di una caduta nei primi giorni di gennaio. Quindi costretti a recuperare una condizione fisica non eccezionale per preparare la distanza regina fin dall’inizio.

marathon allenamento preparazione maratona Roma veloelite CTL TSB ATL

CTL maratona

Dopo un periodo di fermo così lungo la mia paura era quella di non avere abbastanza tempo per costruire una buona base aerobica e quindi arrivare con un carico di Km insufficienti per fare i 42Km della gara.

Fortunatamente lo stop di gennaio ha lavorato a nostro vantaggio facendo recuperare le energie e rigenerando la voglia di correre con l’obiettivo di dare il massimo in gara. Superato il primo scoglio legato alle motivazioni ci siamo mossi verso una pianificazione il più possibile mirata a massimizzare il tempo a nostra disposizione.

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km di allenamento

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CTL ramp rate

Dopo un primo periodo di lavori aerobici estensivi e di Forza abbiamo iniziato ad inserire delle corse con passi simili a quello che avremmo dovuto tenere in gara e nella parte finale del periodo specifico abbiamo fatto in modo che il passo fosse sostenibile anche su un percorso ondulato come quello di Roma, questo senza mai superare un carico di lavoro eccessivo.

Il Percorso

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percorso maratona di roma

La maratona di Roma ha un percorso ostico con molti sali scendi, curve e sanpietrini ed alla fine si accumulano circa 225m di dislivello su 42Km (Berlino ha circa 110m di dislivello)

La Gara

La strategia di gara prevedeva di correre 8 split da 5km tra 4:32 e 4:37per poi tirare gli ultimi 2km con quello che rimaneva con una proiezione fra le 3:11 e le 3:16. Strategia che, come suo solito, non è stata seguita…. mia moglie è così e complice anche l’entusiasmo si è fatta trascinare in un primo split troppo veloce finendo la prima parte di gara in circa 1:33/1:34 ad un passo di 4:25

Partendo così forte il secondo split è stato molto più duro chiudendo i 21km in 1:43 ad un passo di 4:54 con uno stop di circa 5 minuti a fare ALLUNGAMENTI PER I CRAMPI… ma alla fine le soddisfazioni sono comunque arrivate: 22a assoluta e 4a di categoria tante idee su come lavorare e altrettanti obiettivi.

moglie runner maratona

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Peso forma nel triathlon

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Sarà perché in passato ho superato i 100kg, sarà perché appena arrivano le feste tendo a fare lo yo-yo con la forma, ma il peso è sempre stato il mio tallone d’Achille.

Durante l’inverno a parte gli allenamenti duri, per aumentare la velocità nella corsa o per scalare le salite in bici in minor tempo, la migliore via per diventare più veloci è raggiungere il proprio peso forma.

Ci sono pochi dubbi che dimagrire significa correre più velocemente o pedalare con più facilità su quelle salite che prima ci sembravano ostiche. Un chilogrammo in eccesso richiede circa 3-4-watts di potenza per mantenere gli stessi tempi su una salita al 5% (si perché all’aumentare della pendenza i watts richiesti aumentano !!!) e costano circa 3 secondi al Km per il running.

A prima vista non sembra tantissima la differenza, ma se invece di un Kg ne perdessimo 3 significherebbe guadaganre circa un 5% di velocità in salita e in un Ironman particolarmente “nervoso” potrebbe significare un guadagno di circa 10′ in bici e circa 7 minuti in maratona.

Mentre non ci sono dubbi sul fatto che il peso in eccesso nel triathlon sia un grande handicap, questo non significa che tutti i Triatleti debbano perdere peso. Molti infatti sono già in forma e provare a scendere di peso ulteriormente potrebbe non essere la scelta migliore e potrebbe portare ad un peggioramento delle prestazioni o addirittura a problemi di salute.
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Allora quanto il peso è troppo peso?

Prendiamo un ragazzo che alleno e gareggia su distanza Ironman, attualmente pesa 85kg e mi chiede sempre se penso che debba dimagrire ed io rispondo che essendo alto 1,98 deve fare tutto tranne che dimagrire. In generale non do mai consigli sul peso o sull’alimentazione ed anzi incentivo chi alleno a parlare con un nutrizionista in quanto nessuno a parte un professionista del settore può dire se siete fuori peso o no.
Però non posso negare che il peso della bici ed il peso dell’atleta siano tra gli argomenti più discussi sia sui forum sia sulle chat whatsapp. E’ tipo l’argomento da bar preferito dal Triatleta e mentre il primo lo trovo futile, il secondo lo ritengo sempre molto interessante.

La mia idea, in generale, è che il peso non ci dice molto ed anzi a volte è addirittura fuorviante. Ritengo molto più utile l’indice di massa corporea anche se più difficile da monitorare. Diciamo che per ora le bilance che si trovano in circolazione sono belle, multimediali, ma sono tutte tranne che precise sotto questo aspetto.

Un modo semplice per calcolare il grasso corporeo è trovare il rapporto peso altezza: lo trovo semplice e spesso effettivo. Per calcolarlo basta dividere il peso in chilogrammi con l’altezza in centimetri.

I triatleti competitivi negli age-group generalmente sono tra 0,38 e 0,41 Kg/cm. Per quanto riguarda le donne normalmente hanno un rapporto peso-altezza tra 0,32 a 0,35 Kg/cm.

Questi valori inoltre sono da considerare nel contesto della programmazione annuale ed alla tipologia di gara a cui si partecipa: mi spiego meglio un triatleta che fa sprint ed olimpici probabilmente dovrà essere avere un rapporto peso altezza più basso rispetto a quelli che partecipano ai full distance.

Mangiare meno Vs Allenarsi di più

Sicuramente avete già preso la calcolatrice ed avete visto il vostro rapporto peso-altezza e forse starete pensando a quanto peso perdere per rientrare tra quei valori, ma prima di pensare a quante calorie tagliare dai vostri futuri pasti dovreste pensare se la perdita di peso sia veramente la migliore scelta.
Alcuni atleti, anche quelli con percentuali di grasso al di sotto del 10%, possono essere nella parte alta della proporzione a causa di una struttura ossea o da muscolatura più pesante.

Se, comunque, la salute e le prestazioni ne potrebbero beneficiare, potrebbe essere difficile conoscere il miglior modo per perdere quei maledetti chilogrammi e anche ricerche su questi argomenti, per atleti seri, sono rari. Spulciando tra varie ricerche che tratta questo argomento comunque ho trovato uno studio che analizzava se fosse meglio mangiare meno o allenarsi meglio nella perdita di grasso.

I ricercatori analizzarono un gruppo di atleti con un deficit calorico di circa 1000 calorie/giorno, questo deficit veniva creato nel primo gruppo tramite un allenamento aggiuntivo mentre nel secondo gruppo con una riduzione degli alimenti ingeriti (Valori cosi alti comunque non sono consigliabili se non seguiti da dei dottori)

Il primo gruppo, quello a cui era stato chiesto l’allenamento aggiuntivo (Circa 12km in più al giorno) in una settimana aveva perso 0,75Kg mentre il secondo gruppo, quelle con il taglio delle calorie ingerite, in una settimana aveva perso mediamente 2,15Kg. Si tre volte tanto!!

Però, e qui c’è un grande però, la perdita di peso non dice tutta la storia, infatti il secondo gruppo aveva perso una buona percentuale di massa muscolare rispetto all’altro gruppo rivelando il taglio brutale delle calorie come il peggior modo per perdere peso. Il succo del discorso quindi è: se sei più leggero, ma hai anche meno muscolatura che creare potenza, rischi di andare peggio di prima…..

Mangiare meno…ma cosa??

Un altro studio , fatto da un gruppo di ricercatori italiani, ha invece analizzato quale fosse il modo migliore, tagliando le calorie, per perdere peso senza la perdita di massa magra. Sfortunatamente la ricerca aveva preso a campione un gruppo di donne sedentarie, ma le conclusioni sono comunque valide per gli atleti.

I ricercatori avevano alimentato il gruppo con solamente 800 calorie al giorno per 3 settimane. Un gruppo faceva una dieta High-protein / Low-carb mentre un altro gruppo seguiva una dieta Low-Protein / High-Carb ed entrambi ingerivano circa un 20% di grassi. Dopo le tre settimane i gruppi mostravano un calo di peso pressoché identico ma il campione con poche proteine evidenziava una perdita di massa magra maggiore.

Se quindi pianificate di perdere peso tramite una riduzione di calorie forse potrebbe essere consigliabile mantenere l’apporto proteico alto andando a tagliare i carboidrati.

Peso forma triathlon allenamento dieta composizione corporea
Quando perdere peso.
Sicuramente il periodo migliore per perdere il peso è nella parte iniziale del periodo di base o comunque quando stiamo lavorando sul metabolismo aerobico estensivo, e se il peso da togliere non è eccessivo basta una riduzione di circa il 10% per rientrare nel peso forma.
Cercare di scendere di peso nel periodo di costruzione a 10/12 settimane dalle gare principali, potrebbe rivelarsi controproducente, in quanto non ci sarebbe abbastanza tempo per adattarsi al nuovo regime calorico in relazione alle intensità richieste dagli allenamenti.

Considerate che la perdita di peso mette il corpo sotto stress e ne riduce il recupero e quindi meglio gestire queste tematiche in un periodo di base, molto più tranquillo, che in periodo di costruzione.

Rapporto peso/potenza

Facciamo un esempi pratico: Atleta 79Kg, IM Kona bike in 4:25:00 con potenza media di 335W.
Cosa sarebbe successo se fosse pesato 82kg o 85Kg? Per mantenere la stessa velocità lungo il percorso avrebbe dovuto mantenere una potenza di 350W nel primo caso e 365W nel secondo con un consumo calorico di circa 350 (700 nel secondo caso) calorie in più.

Ora che abbiamo visto quali possono essere i miglioramenti dovuti al peso ed il periodo di base sta per finire cosa pensate di fare?
Mangiare meno?
Allenarsi di più?
Tagliare in due la bici?

Buona Stagione e mi raccomando divertitevi!!

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